Gattinoni ha fatto della fotografia lo strumento della sua "critica della realtà, critica delle rappresentazioni e critica dell'arte" (Francois Soulages). In un lavoro del 1990 ha affiancato immagini dei campi di concentramento a fotogrammi di film pornografici: una maniera di denunciare l'abuso e il dominio dell' immagine che tutto azzera ed è, forse, al punto zero.
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