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Primarosa Cesarini Sforza

Mostre:    
Geografie per interni 18 aprile 23 maggio 2003 a cura di Lorenzo Canova
Itinerari'97
Amor sacro, amor profano
14 giugno - 19 luglio 1997  
Primo cottio d'arte 23 dicembre 1994  
Sette elementi 14 - 30 ottobre 1994 a cura di Anna Marzia Positano
Collettiva 27 marzo 1993  

www.cesarinisforza.net



La biografia di Primarosa Cesarini Sforza parla di un'artista che ha molto lavorato, dipinge dall'età di quattordici anni, ed ha spesso sentito il bisogno di farlo lontano dall'Italia. Descriverla come una viaggiatrice non sarebbe, però, esaustivo: Primarosa è piuttosto un'artista itinerante che si muove attraverso il mondo con un bagaglio leggero e l'idea che i materiali e gli strumenti per realizzare le sue opere saranno reperiti nei luoghi in cui deciderà di fermarsi e poco importa se si tratterà di materiali poveri, di fortuna, magari oggetti di recupero, dei quali solo l'occhio attivo di chi per mestiere produce arte può svelare la segreta poesia. L'ultima stagione della sua intensa carriera artistica nasce, ad esempio, dalla folgorazione per certe apparentemente anonime carte geografiche abbandonate da qualcuno per strada. In quell'episodio va rintracciata la genesi della più recente fra le tante esposizioni che, un po' dovunque in Europa, Stati Uniti, Medio Oriente ed Africa del Nord, sono state dedicate ai suoi lavori. Ognuna delle carte sulle quali l'artista è intervenuta è diventata la pagina di un diario di viaggio, quel viaggio ininterrotto che lei ha voluto fosse la sua vita. Come gli antichi cartografi, Primarosa ricostruisce il globo terracqueo rappresentando i paesi e le città raggiunti duranti le sue peregrinazioni e sostituendo quelli che non sono entrati nella sua sfera conoscitiva con la descrizione del nulla geografico o di certi luoghi mitici frutto di pura fantasia. Gli ultimi lavori sono contrassegnati dalla presenza delle sigle simboliche che rappresentano uno dei tratti distintivi dalla sua pittura: la mano, la ciotola, la casetta, la conchiglia, la sagoma della bimba e gli insetti. Si tratta, è evidente, di una scrittura geroglifica della memoria che conferma come, per questa artista, la pittura e tutte le altre tecniche con le quali il suo innato eclettismo costantemente si confronta siano soprattutto uno strumento di rielaborazione e riaffioramento dei tanti ricordi di cose viste e esperienze vissute nel corso di un'esistenza in cui tutto si è voluto vedere, sperimentare e raccogliere. Non è un caso che, interrogata sul significato di ognuno di quegli ideogrammi, Primarosa laconicamente risponda: "Li dipingo perché sono come me, dei contenitori".