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Giò Marinuzzi

Cantante e chitarrista, nata a Roma (il 13 maggio 1949) in una famiglia di illustri musicisti (nipote del direttore d'orchestra Gino Marinuzzi, figlia del compositore d'avanguardia Gino Marinuzzi jr. e di Liana Santarone pianista classica), studia musica (pianoforte, prima con la nonna paterna, anch' essa pianista, poi con la madre ) ma si distacca presto dalla "retta via": ai tempi della canzone di protesta del 1968 comincia a suonare la chitarra da autodidatta (successivamente studierà anche chitarra classica con il maestro Sergio Notaro) e milita poi in gruppi come il "Canzoniere del Lazio". Negli anni '60 scopre la musica brasiliana grazie a due chitarristi: Franco Corvasce, dal quale impara le armonizzazioni di tipo jazzistico ed il fuoriclasse brasiliano Irio De Paula, col quale canta per parecchio tempo (tenendo frequenti concerti in duo in tutta Italia) ed approfondisce la sua passione per la canzone brasiliana compiendo le sue prime esperienze artistiche al "Folkstudio", il mitico locale romano che ospitò artisti internazionali come Bob Dylan e Gato Barbieri o italiani come Rino Gaetano e Francesco de Gregori, che le dedica la canzone "Non c'è niente da capire". Nel 1979 va in Brasile, ci resta un paio d'anni (durante i quali tiene concerti in numerosi locali soprattutto a Sao Paulo come il Fulò da Laranjeira, O ponto, Agua Benta, Saudosa Malora, da sola o con ritmica brasiliana, tanto di musica italiana che brasiliana), compie approfonditi studi sulla storia della Musica Popolare Brasiliana, collabora con la Gravadora Continental alla creazione di un metodo per chitarra, studia "capoeira" per un anno presso l'Academia di Mestre Paulo Gomes e viene accettata dai musicisti locali.. Una volta tornata in Italia riprende l'attività di concertista e compositrice. Da allora scrive ed interpreta canzoni sia in italiano che in portoghese e si presenta al pubblico con varie formazioni: con il chitarrista Michele Ascolese ed i "Samba Carnaval", con i "Mandrake som" del percussionista brasiliano Mandrake, con i "Bye Bye Brasil" (insieme al chitarrista Gianluca Persichetti ed al percussionista Stefano Rossini) e più volte in duo con Irio de Paula . Si esibisce nei jazz-clubs romani ed in vari teatri di tutta Italia, esplora il territorio dello "swing" italiano con il gruppo revival "Swing in Italy", scrive anche colonne sonore e musiche per la televisione. Nell'85 viene invitata a Nairobi dall'Istituto Italiano di Cultura a presentare un suo recital sulla storia della canzone italiana che ha luogo al National Theatre ed al British Council e grazie al grande successo ottenuto lo spettacolo viene poi richiesto in molti altri paesi come l'Egitto, la Turchia, la Somalia, l'Etiopia, l'Eritrea, la Turchia, la Bulgaria, il Brasile, la Bolivia.
Fra le sue canzoni E' pra dançar, Teu nome em versos, Noite sem luar, Para de chorar, Volo Brasil, Teu nome em versos.