Una serie di mostre di sei artisti europei sul tema del rapporto tra l'arte contemporanea e la storia.
"L'oscillazione fra scomparsa e conservazione è un tema inevitabile dell'arte contemporanea. O, quantomeno, di un'arte che non si voglia solamente specchio di se stessa, ma si ponga come fattore di interpretazione del mondo intorno a noi.
Non possiamo non interrogarci senza posa su cosa ci è stato lasciato, su come dobbiamo prenderlo, cosa dobbiamo accettare e cosa contestare della nostra eredità storica e storico-artistica, cosa ci rimane, cosa è perduto e come rivolgersi a ciò che è perso e a ciò che resta.
La nostra è storia di immagini, e l'immagine è il nostro testo di studio e la nostra palestra estetica. L'immagine-storia è il soggetto stesso della ricerca che qui presentiamo. Intorno a quest'idea mostreremo alcuni tentativi di afferrare il movimento, nel tempo e nello spazio, fra apparizione e disparizione, tranistorietà e permanenza, frammentazione e sedimento, distruzione e costruzione. Cosa va conservato di ciò che é stato legato al tempo, cosa va dimenticato, cosa trasformato? Come conservare, come dimenticare per poter trasformare? Esistono oggetti storici più emblematici o significativi di altri?
Questi gli interrogativi cui il lavoro degli artisti che qui presentiamo tenta di rispondere. Già si può dire che non è casuale, certo, che tutti abbiano in comune l'uso prioritario della fotografia. Fotografia e storiografia sono ormai, in questa fine di secolo, indissociabili l'una dall'altra"
(dalla presentazione del ciclo)
|
|
Mostra di Ian Joyce Christian Gattinoni Remix di Rodolph Burger
La mostra è stata accompagnata da un volume che raccoglie i contributi di
Eduardo Cadava, Vanishing Remains
Chris Fynsk, Bill Haver, Dialogue on History
Lars Hjertstròm, Art and Document
Benedetta Cestelli, Mnemosyne or the Abstract Catalogue
Katalin Timar, Postomodernism and History
Ian Joyce, Autobiography as Archaeology
(Editrice L'Ancora, Napoli) |
|
|
|
|